Analogico, 960H, TVI, CVI, SDI, IP, come orientarsi?
In passato, quando si parlava di sistemi di videosorveglianza, i dubbi erano pochi poiché l’unica tecnologia disponibile era quella di tipo analogico, al massimo si poteva essere indecisi sull’installazione di un VCR Time Lapse o di un più moderno DVR. Oggi, la scienza applicata al settore della videosorveglianza ha dato vita a tutta una serie di tecnologie che differiscono per costi e prestazioni. L’articolo seguente, attraverso una rapida analisi delle varie tecniche, si pone l’obbiettivo di fare un po’ di chiarezza e di offrire uno strumento che aiuti i meno esperti ad orientarsi in un mondo così vario ed in continua crescita.
Videosorveglianza analogica
I sistemi di videosorveglianza analogici di vecchio tipo basavano il loro funzionamento su un tipo di codifica nata per la trasmissione dei segnali TV, ossia quella del video composito in codifica PAL o NTSC. Chi volesse approfondire può leggere questo articolo dove parlo dei segnali video, per adesso ci è sufficiente sapere che questo tipo di codifica è molto rigida ed ha condannato all’obsolescenza i dispositivi che la utilizzano.
La rigidità di tali regole di codifica ha limitato e limita ancora oggi la qualità delle immagini ottenute dai sistemi di videosorveglianza analogici, questo perché anche la migliore delle telecamere, equipaggiata con il migliore dei CCD, viene costretta a trasmettere un segnale con una risoluzione verticale fissata a 625 linee TV, quindi quello che fa la differenza tra “una buona ed una cattiva telecamera” (in realtà oltre alla risoluzione andrebbero visti anche altri parametri) è la sua risoluzione orizzontale. Con l’avvento dei DVR (Digital Video Recorder), le cose sono andate anche peggio, infatti questi sistemi ricevono un segnale video composito PAL e lo convertono in un segnale digitale, dalla digitalizzazione di un fotogramma in codifica PAL, qualsiasi risoluzione esso abbia, il massimo risultato ottenibile è un fotogramma in formato D1 con una risoluzione pari a 720×576 pixel, poco meno di 0,42 megapixel.
Archiviazione nei sistemi analogici
VCR (Video cassette recording), Nei VCR Time Lapse il segnale analogico proveniente dalle telecamere veniva memorizzato sul nastro magnetico contenuto all’interno di una cassetta VHS. Il termine Time Lapse, dall’inglese time: tempo e lapse: intervallo (quindi registrazione ad intervallo di tempo), sta ad indicare la caratteristica di funzionamento che differenzia questi apparati dai VCR ad uso domestico. Nei VCR tradizionali il nastro scorreva continuamente ed i fotogrammi venivano impressi ad una velocità di 25 fps (Frame Per Secondo), in questo modo dieci secondi di nastro equivalevano a dieci secondi di ripresa. Nei VCR Time Lapse, invece, la velocità di avanzamento del nastro era legata alla velocità di acquisizione dei fotogrammi, per cui, abbassando il Frame Rate, era possibile registrare più giorni all’interno di una cassetta della durata di poche ore. Oggi i VCR Time Lapse, che hanno dominato la scena per oltre un ventennio, hanno lasciato il passo alle nuove tecnologie, superiori in termini di versatilità ed affidabilità. (storia)