Progettazione
Negli ultimi vent’anni le “tecnologie dell’abitare” hanno fatto degli enormi passi avanti, ed è per questo motivo che parlare di progettazione di un impianto, riferendosi semplicemente alla parte elettrica dell’edificio, risulterebbe estremamente banale e riduttivo. Una delle prime caratteristiche che un buon progetto deve avere è quella della scalabilità, ciò significa che l’impianto deve poter supportare ampliamenti e modifiche senza dover ricorrere ad ulteriori opere murarie. Per questo motivo, in fase di progettazione, si dovrebbe prevedere l’installazione di canalizzazioni aggiuntive dedicate alla realizzazione dei cosiddetti “impianti speciali“, allarme, videosorveglianza, rete dati, automazione.
Un aspetto nuovo e molto importante riguarda le ultime tecnologie dell’intrattenimento, infatti le nuove console e le nuove TV non disdegnano di una buona connessione di rete e di un buon impianto di diffusione sonora. Un altro aspetto di rilievo è quello che riguarda la sicurezza dei beni e delle persone, prevedendo, ove possibile, l’installazione di sensori di gas, monossido di carbonio e allagamento, collegati a dispositivi segnalatori, tipo targhe, ed attuatori, tipo elettrovalvole per la chiusura delle forniture di acqua e gas. La partecipazione dell’utente durante la realizzazione del progetto è essenziale poiché il progettista deve conoscere in anticipo il numero, il tipo di utenze installate e le abitudini del committente, in modo da poter dimensionare l’impianto in base alla potenza impegnata e alla contemporaneità di impiego delle utenze. Bisogna anche tener conto della disposizione degli arredi, così da poter posizionare correttamente interruttori e prese, limitando quelle fastidiose ed onerose variazioni in corso d’opera.
Opere murarie
Dopo la fase di progettazione, si passerà, attraverso l’utilizzo di apposite bombolette spray, alla segnatura dell’impianto sui muri dell’appartamento, in modo da dare al muratore delle linee guida per la realizzazione delle tracce che dovranno contenere il centralino , i tubi corrugati, le scatole di derivazione e le scatole per interruttori e prese.
Centralino
E’ la scatola che servirà a contenere il nostro quadro elettrico, esiste sia da incasso che da esterno, le dimensioni dipendono dal numero di moduli che si prevede di installare, io consiglio di prenderlo sempre un po’ più grande, in modo da poter ampliare l’impianto senza troppi problemi.
Tubi corrugati
Sono tubi flessibili in PVC e servono a contenere i cavi del nostro impianto elettrico, ne esistono di vari colori e generalmente si fa corrispondere ogni colore ad una tipologia di impianto, es: nero per l’impianto elettrico, verde per l’allarme, grigio per i telefoni ecc.. Le dimensioni del tubo corrugato vanno dal diametro di 16 al 63 (per applicazioni particolari), io nei miei lavori evito quasi sempre il 16 e cerco, ad impianto finito, di lasciare uno o due corrugati liberi per ogni scatola (non si può mai sapere).
Scatole di derivazione
Sono le scatole sulle quali arrivano i tubi corrugati, possono essere usate sia come punti di transito verso altre scatole che per contenere le giunte del nostro impianto elettrico. Le norme impongono di non usare la stessa scatola per diverse tipologie di impianto, salvo l’impiego di setti separatori o di cavi con un adeguato grado di isolamento.
Scatole per interruttori/prese
Sono le scatole che contengono i “Frutti“, cioè prese e interruttori, non possono essere usate per contenere giunte o punti di transito verso le altre scatole. La misura piu usata è la 503, che puo’ contenere tre frutti, ma esiste anche la 504 (che ne contiene 4), e la 506 (Che ovviamente ne contiene 6). Ultimamente queste scatole vengono usate anche per contenere moduli per la domotica o per la climatizzazione.
Cablaggio
La fase del cablaggio dell ‘impianto elettrico consiste nell’infilare i cavi all’interno dei corrugati e nell’esecuzione delle connessioni all’interno del centralino e nelle scatole di derivazione. I cavi devono essere di sezione adeguata e sia le scatole che i corrugati non devono essere riempiti oltre il 50% della loro capienza, inoltre le scatole devono essere accessibili e i cavi sfilabili.
Cablaggio centralino
Dal punto di fornitura si arriva ai morsetti d’ingresso di un interruttore differenziale magnetotermico “Generale“, da qui si riparte verso gli altri interruttori magnetotermici ( o magnetotermici differenziali), che alimentano i vari “Circuiti“. Gli impianti standard vengono realizzati con due soli circuiti, uno per la luce e uno per le prese, questo va bene per appartamenti di piccole dimensioni, in abitazioni più’ grandi, invece, sarebbe meglio prevedere più circuiti es: condizionatori, elettrodomestici, impianti speciali ecc.. In un impianto elettrico dotato di più circuiti di alimentazione i disagi dovuti ai guasti sono molto limitati ed anche la ricerca del guasto stesso risulta molto più veloce ed intuitiva. Da qualche anno si trovano sul mercato degli interruttori a riarmo automatico, il vantaggio dei “Restart” è che se scattano, magari a causa di una avaria temporanea, sono in grado di fare una analisi del circuito e, se ritengono che tutto è apposto, di riarmarsi automaticamente.